Winston Churchill
Cari amici,
titolo provocatorio, che non lascia spazio a giri di sorta.
In paese, l’aria è tesa. Come lo è nei social in internet.
Affronteremo in questo articolo i temi caldi del momento, come
il discorso riguardante il tema Comune/Turismo,
e del volontariato nel settore. Si è fatto, non per colpa dei volontari , un po’ di
confusione su chi debba coordinare la pianificazione turistica e che rischia di far cadere su chi spende il
proprio tempo gratis, colpe che in verità hanno una precisa, anzi, una
precisissima responsabilità.
In Consiglio Comunale, è non è un eufemismo, mi capita anche di trovare gomme da masticare già masticate nel mio bicchiere di carta.Vuol dire che siamo nella direzione giusta.
In Consiglio Comunale, è non è un eufemismo, mi capita anche di trovare gomme da masticare già masticate nel mio bicchiere di carta.Vuol dire che siamo nella direzione giusta.
Turismo: Dimissioni …Subito.
Il Sindaco Pezzoli, come sapete bene, è
finito politicamente dai tempi in cui nessuno si presentava alle sue assemblee, ed oggi va in Tv sostenendo che va tutto bene, anzi, che la stagione “è partita veramente bene” e che sono tutti “molto soddisfatti”. Se non ci credete sentitelo da voi.
Prima di iniziare questa lunga
riflessione che vi terrà impegnati per qualche minuto, è utile precisare che
oltre per il Sindaco, anche per l’Assessore al Turismo Aronne e per il Consigliere Giordano Sozzi è giunta
l’ora, improcrastinabile di tornare alle proprie mansioni.
Vedremo dopo il perché, oltre che
per il primo cittadino (che vuol dire ritirare l’amministrazione, anche se
tutto sommato tra 18 mesi se ne vanno comunque grazie a Dio) anche per questi
signori, come per Prandelli, è auspicabile un
bel passo indietro plateale, e subito.
Non possiamo attaccarci al caldo.
Piove e c’è la crisi economica.
Il binomio della più seria difficoltà per chi deve offrire un prodotto di
vacanza estiva. E il discorso può essere esteso ad ogni località.
Ma noi parliamo di Castione della
Presolana.
E ci basta.
E’ un inizio di stagione talmente
difficoltoso, che pare di assistere alla difesa Brasiliana davanti alle
incursioni dei tedeschi l'altra sera.
Una situazione generale
oggettivamente incresciosa, ma dalla quale possiamo, e dobbiamo trarre un
insegnamento e cercare una risposta che
di sicuro,deve essere quanto meno perseguibile.
Chi siamo, dove stiamo andando, dove vogliamo andare.
Riprendiamo il discorso sulla
questione del Turismo all’ombra della Presolana calibrando sotto diverse
angolazioni il ragionamento.
E lo faccio mettendo subito nero
su bianco, che il Settore Turistico è il
primo settore economico, di Castione, ed il suo assessore al Turismo,
equivale al Ministro del Petrolio per l’Arabia Saudita.
Come dicevo e non c’è da girarci
attorno, c’è una crisi dei consumi enorme, è vero, che sommata alla bassa pressione che provoca pioggia, ci fa tastare con mano, cosa significa rimanere al palo.
E perdiamo come area decine di migliaia di
euro ogni giorno.
Parlare della tenuta stagionale,
per me che comunque sono dell’ambiente, può apparire un discorso di parte, ma
alla stregua di quanto detto anche da
Renzi con il discorso al parlamento Europeo, in questa fase chi ha da dire
qualcosa lo dica, e chi deve fare qualcosa lo faccia.
Partiamo da una considerazione
prima che dai fatti.
Il turismo come dicevo, insieme
alla più generale questione del lavoro, correlato alla questione della
difficoltà sociale, era, ed è e il segmento strategico sul quale concentrare ogni sforzo a livello
territoriale sia a livello politico che progettuale.
In quest’ottica ogni idea, e
soprattutto ogni risorsa, sia umana che
economica deve essere indirizzata in questa direzione e soprattutto deve esprimere un profitto.
Il turismo “deve rendere”, per chi non avesse afferrato.
Non è un esercizio di stile, ne
un passatempo.
Si diceva, già ai tempi delle
prime riunioni di quella che poi diventerà "l’amministrazione a sovranità limitata" che il
problema della destagionalizzazione
era centrale per concentrare gli sforzi tesi al rilancio turistico.
Sappiamo che questo discorso è
rimasto lettera morta..
Destagionalizzazione…questa sconosciuta
Per entrare materialmente nel
ragionamento dobbiamo fissare qualche paletto.
Il primo, e puo apparire una
banalità, è il discorso sulla capacità di avere turismo nei periodi che giocoforza sono fuori dalla stagione principale.
Se in questo Giugno ed inizio Luglio avessimo rafforzato questo aspetto, oggi ,
comunque potremmo tenere in piedi il settore senza guardare tristi la pioggia fuori dalla finestra.
Destagionalizzare significa
essenzialmente proporre un’offerta turistica di prodotto sostenibile , negli
archi temporali, in cui il flusso turistico non si impone fisiologicamente. In
questi anni di crisi, specialmente se piove sono appunto da considerare come “fuori stagione” anche giugno e le prime settimane di Luglio,
per non parlare di Settembre.
Pertanto forieri dell’esperienza
che stiamo vivendo, dobbiamo considerarli fuori dai mesi che “tradizionalmente”
sono i principali soggetti all’affluenza dei viaggiatori.
L’offerta, se si vuole avere lo
spazio di un periodo cuscinetto che deve trascinare alle punte di stagione, deve
vertere essenzialmente su di eventi (di
tipo culturale o sportivo) , legati ad infrastrutture,
capaci di attirare un genere di turista potenziale indifferenziato o specifico
( appassionato, sportivo, al seguito ec.)
che al di là della questione tipicamente vacanziera o climatica, decide di
raggiungere il luogo di permanenza.
La stessa comunità europea agli
albori della sua edificazione materiale enunciava questa necessità strategica:
"il problema più grave del turismo in Europa è la sua elevata
concentrazione in alta stagione, il che comporta la congestione delle capacità
di trasporto e dei servizi di accoglienza, nonché il degrado dell'ambiente
naturale ed umano nell'alta stagione, ed uno scarso impiego delle risorse
finanziarie ed umane nella bassa stagione". (Commissione CEE (1991))
Come riportava correttamente
Patrizia Fois in un celebre saggio, il problema della destagionalizzazione
risiedeva, esattamente come per Castione della Presolana, nel dilemma della chiusura-non chiusura delle strutture
ricettive fuori periodo. Problema chiave anche nel panorama turistico nazionale.
Infatti molti albergatori,
affittuari, e gestori di locali di tipo abitativo/ricreativo, che
non riescono a risolvere tale problema finiscono per trovarsi sull'orlo di un
"circolo vizioso" con
stagioni brevi per la mancata convenienza all'apertura nei mesi di bassa
stagione e che non permettono loro di diluire i costi fissi, ma anzi spingono
verso l'incremento delle tariffe in alta stagione.
Va infatti considerato che le
strutture stagionali determinano
rilevanti spese di chiusura e riapertura (lo stabile, gli impianti, gli arredi
e gli spazi esterni subiscono sensibili deterioramenti e necessitano di una
manutenzione assai attenta) ed esistono inoltre una serie di imposte e di spese
correnti (oltre agli ammortamenti ed oneri finanziari) che comunque devono
essere sostenuti anche ad esercizio chiuso.
La scelta fondamentale, diventa allora tra tenere chiuso e
sopportare tali costi fissi o aprire e rischiare che le entrate non coprano
la somma dei costi fissi e di quelli aggiunti legati all'apertura.
In parole povere, starci dentro.
In parole povere, starci dentro.
A livello di destinazione
turistica la situazione si presenta ancora più intricata. In molte località nei
periodi di bassa stagione vi sono pochi turisti e così la maggior parte dei
servizi e delle attività commerciali restano chiusi. Ma come si può sperare che
arrivino i turisti se la località si presenta deserta e disfunzionale?
Il problema della
destagionalizzazione e il dilemma della chiusura-non chiusura, sono tra quelli
chiave nel panorama turistico locale e nazionale, e solo poche regioni
registrano flussi soddisfacenti anche in questi mesi.
Tale risultato non è un miracolo
né è riconducibile a "manne" di turisti caduti dal cielo, ma è il
frutto di precise strategie elaborate e poste in essere negli anni, che hanno
visto la collaborazione congiunta di
operatori pubblici e privati consapevoli dell'importanza delle variabili in
gioco.
Barriere ed opportunità.
La sfida si mostra certamente
complessa, ma ai fattori che spingono alla concentrazione delle vacanze (clima,
calendario scolastico, periodi di ferie, abitudinarietà delle scelte, mancanza
di attrattiva delle proposte in bassa stagione) è possibile rispondere cercando
soluzioni versatili con targets mirati (turisti potenziali) e soprattutto
riuscendo a raggiungere tali targets e valorizzare
le soluzioni in maniera innovativa, ma soprattutto, come nel caso di
Castione, concretamente alle risorse disponibili. E qui casca l’asino.
Consigliere Sozzi Giordano |
Del resto la bassa stagione può
essere vista come una opportunità per offrire una risposta coerente con le
aspettative dei turisti in cerca di autenticità, e spesso si tratta proprio dei
turisti più sofisticati. Certo non è possibile pensare ad offerte ed una
comunicazione indistinta, ma è necessario qualcosa
di particolare per stimolare chi normalmente non viaggia in questo periodo.
Se vi sono quindi evidenti barriere all'ampliamento dell'arco stagionale
esistono comunque anche altrettanto evidenti opportunità e prime tra tutte la
tendenza rilevata a livello mondiale alla frammentazione dei periodi di
vacanza, eventualmente di un numero di giorni minore rispetto al passato.
La bassa stagione deve quindi
essere affrontata con precise
pianificazioni e strategie di marketing
e soprattutto non si può tralasciare, nel caso castionese,di turisti che
l'hanno visitata nelle precedenti stagioni (quindi consumatori che hanno già
effettuato "la prima prova" del nostro prodotto turistico) hanno
potuto, e
comunque avrebbero potuto conoscerla anche per le bellezze naturali,
le tradizioni culturali e storiche, le peculiarità e l'ospitalità che sono
fruibili, ma per la maggior parte non sono a conoscenza della possibilità di
realizzare tale fruizione o spesso si trovano davanti ad una effettiva
impossibilità. Se infatti le attività escursionistiche per la maggior parte
riducono o eliminano la fornitura del servizio, gli alberghi chiudono e soprattutto
langue l'animazione interna e quella esterna della località turistica e quindi
le attività ricreative non sono organizzate.Per questo mi chiedo come sia stato possibile non dare adeguato spazio a Castione sull'Inserto di Giugno dell'Eco Di Bergamo, dove Promoserio presentava le manifestazioni a livello giornalistico. Lo chiedo in particolare all'amico Giordano, che oltre ad essere Consigliere del Comune, è presidente del Consorzio Albergatori, nonchè membro del Consiglio di Amministrazione Promoserioche dovrebbe nientemeno che "promuovere " il territorio Seriano.
Inoltre è essenziale che l'operatore pubblico supporti gli operatori
privati e i loro consorzi attraverso l'animazione
della località e l'organizzazione di determinati eventi magari collegandosi con altre realtà turistiche
circostanti e creando un programma che faccia girare la responsabilità
organizzativa ora ad una località ora alle altre.
A conferma di queste riflessioni,
si considera quale aspetto fondamentale e sul quale puntare, la necessità di un coordinamento tra tutti gli
operatori locali per pianificare i periodi di chiusura- apertura,
disponibilità, contatti con gli operatori e risolvere il problema
dell'animazione esterna.
Altro problema tipico, e che vale
per Castione anche per l’alta Stagione ed evidenziato dal sottoscritto è
quello, annoso, dei trasporti, che
influiscono fortemente sul prezzo finale della vacanza. In tal senso ancora una
volta la dimensione può e deve fare ciò che per il singolo è maggiormente
difficile: da consorzi ed enti pubblici deve partire un sistema di accordi con i vettori finalizzato alle esigenze del
turismo (Navetta Bus, e Taxi a licenza locale).
Relativamente alla leva prodotto
è necessario, come sottolineato, trovare nella propria località, nel
circondario, nella propria fantasia qualcosa di particolare che conferisca luce
al prodotto turistico. Non stiamo qui sostenendo che sia necessario organizzare
un circo per i turisti, ma di offrire in seno alla caratterizzazione del
territorio, una via specifica e che non sia il semplice “andare in montagna
quando fa bello”, ma che sia invece, detto volgarmente di “far venire in montagna quando fa
brutto”.
Si dirà, bello, a parole.
Ma qui sta il punto focale.
L’evento enorme tipo Giro
d’Italia, è un macroevento di portata addirittura
straordinaria, ma non sufficiente per garantire una zona cuscinetto utile,
alla creazione del già citato “indotto”
capace di far respirare l’economia locale quando appunto il tempo non è dalla
nostra.
Centro Sportivo di Via Rucola |
E qui viene lo sforzo pubblico.
Un’ idea. O più.
Sappiamo bene di disporre di
un’elevata capacità ricettiva, sia alberghiera che di seconde case. Banalità
che è utile ricordare.
Non siamo Saint. Moritz (dove
loro , si, hanno l’aeroporto) ma siamo tranquillamente all’altezza di
centinaia di località turistiche blasonate, in Italia ed in giro per le Alpi.
Il centro Sportivo di Via Rucola , è una realtà immensa, proprio per
la qualità della struttura.
Potrebbe potenzialmente ospitare
centinaia di manifestazioni sportive di tenore anche nazionale.
Ma non può.
Per un semplice motivo,
nonostante l’indiscussa qualità per “gli atleti”, manca sostanzialmente quella per gli spettatori.
In sostanza manca una Tribuna che
lo elevi a Palazzetto.
Tornei CSI, Manifestazioni di
ogni tipo, Festival (del Fitness, del Ballo e chi ne ha più ne metta).
Quella struttura fuori stagione
dovrebbe essere usata così tanto che dopo cinque anni la dovresti buttare e
ricostruire. Vorrebbe dire che funziona.
Campo da Calcio Alpino |
Si dirà, che allora la mia idea
verte su di una “caratterizzazione del periodo fuori stagione orientato allo
sport attivo”, e non ad una “specifica valorizzazione globale, o strategica ,
del comprensorio”.
La risposta è SI.
La risposta è SI.
Esattamente come fatto da altre
realtà alpine. Con la differenza che dalla bassa padana ci arrivi in due ore a
Castione
Valorizzare un comprensorio, in
parole povere significa come dicevo prima,
farlo rendere.
Per questo non basta l’apporto
dei volontari.
Che fanno si, un lavoro prezioso.
Ma che per l’appunto non sono
professionisti.
Che necessitano di una guida che
li indirizzi e li protegga.
Come appunto il nostro Ministro del Petrolio, l’assessore al Turismo.
Per questo non è colpa loro, dei volontari.
La sostanza è dunque orientata ad una incisiva strategia di impulso che garantisca il flusso turistico senza dover aspettare l’alba dei tempi.
Sarà magari un discorso che non
accontenterà i sofisticati gentlemen che giocano a Polo e sorseggiano infusi, ma l’economia locale prenderebbe fiato.
Esattamente come avere un campo da calcio sintetico.
Esattamente come avere un campo da calcio sintetico.
E una struttura coperta permanente.
Strutture utilizzabili.
Subito.
Non i campi da golf immaginari, o la funivia a zig
zag.
O peggio la Discarica all’entrata del paese.
Marketing mix per la bassa stagione.
Allo stesso modo contatti
continui e diversificati con i "distributori" sono fondamentali
proprio in questo periodo, in quanto le visite commerciali, gli annunci
pubblicitari, la partecipazione a fiere, i mailings a vecchi o potenziali
clienti possono essere finalizzati non solo alla preparazione della stagione
estiva ed invernale, ma anche a capire quella primaverile e autunnale.
Il problema dei contatti
commerciali si lega certamente con quello della comunicazione, generalmente
tralasciata dagli operatori durante la bassa stagione. Non dimentichiamo che il supporto
commerciale e comunicazionale deve essere garantito dalla Regione in modo da
fornire luoghi e momento di incontro agli operatori per valorizzare il proprio prodotto. E per questo ci vogliono bravi dirigenti. Non si
vuole qui richiamare un concetto di assistenzialismo, ma bensì di stimolo , di organizzazione: in
diverse regioni operatori e Regione sopportano insieme le spese di tali incontri
in quanto si è raggiunto un grado di collaborazione e di reciproca fiducia
molto alto. Infatti il supporto dell'operatore pubblico è necessario anche per
la cosiddetta "comunicazione
d'accoglienza", cioé l'insieme di attività ricreative del dentro e
fuori albergo che poi caratterizzano spesso emotivamente la vacanza e che
rimangono impresse nel bagaglio di immagini e ricordi del turista.
È certamente importante abbandonare
la mentalità "attendista" per una maggiormente economica che si
rivolge attualmente al turista nell'intento di soddisfare le sue aspettative,
esplicite o implicite e che soprattutto abbia compreso la grande risorsa e le
possibilità della bassa stagione.
In quest’ottica, considerando la
partecipazione della nuova “Turismo Presolana”, il “Consorzio Operatori
Turistici” , alle associazioni sino alla parrocchia, si deve creare una sorta
di “Stati Generali “ del turismo
locale, al fine di avere una piattaforma di confronto omogeneo per pianificare,
e soprattutto eseguire i piani di organizzazione e promozione degli eventi,
intesi. E degli interventi strutturali che il Comune istituzionalmente inteso,
deve supportare con gli investimenti propri.
Magari con a capo Persone
qualificate ( una su tutte la vecchia assessora al turismo) retribuite come
professionisti, che sanno chi siamo, e che sanno dove andare con il supporto dei volontari.
Professionisti pagati, insieme all'entusiasmo dei volontari.
Il massimo.
E risultati alla mano, se gli obiettivi non venissero raggiunti, tutti a casa.
E le cose funzionerebbero.
Professionisti pagati, insieme all'entusiasmo dei volontari.
Il massimo.
E risultati alla mano, se gli obiettivi non venissero raggiunti, tutti a casa.
E le cose funzionerebbero.
E non ci ritroveremmo con
assurdità calate dall'alto, o spese inutili come la Discarica in Agro. Giù giù
sino a rivedere le luci di Natale …a Natale.
Dimissioni subito per carità.
Il ragionamento costruttivo di
cui sopra non può essere completo senza considerare quanto sia emergenziale la
questione dell’amministrazione Comunale.
Il discorso fatto risiede proprio
nel fatto che la Giunta doveva realizzare proprio tutto quanto detto sopra.
Castione e la sua Montagna, anche
per merito di sbagliate interpretazioni dei suoi attori amministrativi, ha
delimitato radicalmente l’approccio alla sua identificazione nel contesto
economico.
Dapprima con un eccesso di
superficialità nell’inquadramento dell’identità
del turismo offerto, la seconda, che coincide con il non Governo dell’Area
vissuto in questi anni” data la confusione delle azioni da intraprendere per ordinare e poi governare
la crescita turistica.
E’ inutile aggiungere osservazioni
sul peggior sindaco della storia di
Castione, al secolo Mauro Pezzoli, attualmente ancora seduto sulla poltrona
di primo cittadino, ma che grazie al cielo, come dicevo tra 18
mesi volente o nolente se ne andrà.
Che il “non gruppo” di Pezzoli
avesse fallito nel disegno strategico turistico lo avevamo già detto , ed
abbondantemente affrontato.
Io credo che arrivare a far passi indietro nell’offerta turistica
sia stato il più clamoroso fallimento che una giunta votata al Turismo poteva fare .Ed è capitato purtroppo, proprio per l’incapacità di confrontarsi con gli
attori locali, che al momento del bisogno avrebbero potuto dare una mano.
Forse è successo per un complesso di
superiorità. Chissà.
Giusto per ricordare qualche
numero, utile ripensare allo stallo nella gestione del società Monti del Sole, la perdita degli eventi (vedasi mercatini di Natale etc), mancati investimenti nel comparto turistico,
giù giù sino all’assenza di luci natalizie, assenza della navetta etc etc.
Ce ne è sarebbe abbastanza per chiedere i danni, più che le dimissioni
degli interessati.
Si devono dimettere, per l’impasse in cui ci hanno fatto cadere.
Per i fallimenti dell’Inverno
scorso.
Perché all’ 8 Luglio non avevamo ancora una programmazione estiva
definita.
Perché avevano tutte le persone a loro fianco per lavorare bene. Ma le
hanno fatte scappare.
Perché c’è il rischio di togliere
la voglia anche ai volenterosi Volontari.
E fanno bene a dire che il Comune
è una cosa , e la Turismo Presolana è un’altra.
Sono tanti i problemi da
affrontare.
Non dovrebbe essere così.
Ma in questa situazione ci siamo
finiti.
E non è solo un problema di volantini.
E non è solo un problema di volantini.
Ed ora, per il bene del Turismo
di Castione, da questa situazione, meglio uscirne immediatamente.
Subito.
Subito.
Un saluto, Fafo
Fabio Ferrari