giovedì 10 luglio 2014

Castione: Turismo, non possiamo più attaccarci al caldo.


Il successo è l'abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere il tuo entusiasmo.
Winston Churchill 
  
Cari amici,
titolo provocatorio,  che non lascia spazio a giri di sorta.
In paese, l’aria è tesa. Come lo è nei social  in internet.
Affronteremo in questo articolo i temi caldi del momento, come il discorso riguardante il tema  Comune/Turismo, e del volontariato nel settore. Si è fatto, non per colpa dei volontari , un po’ di confusione su chi debba coordinare la pianificazione turistica e  che rischia di far cadere su chi spende il proprio tempo gratis, colpe che in verità hanno una precisa, anzi, una precisissima responsabilità.
In Consiglio Comunale, è non è un eufemismo, mi capita anche di trovare gomme da masticare già masticate nel mio bicchiere di carta.Vuol dire che siamo nella direzione giusta.

Turismo:  Dimissioni …Subito.
Il Sindaco Pezzoli, come  sapete bene, è finito politicamente  dai tempi in cui nessuno si presentava alle sue assemblee, ed oggi va in Tv  sostenendo che va tutto bene, anzi, che la stagione “è partita veramente bene” e che  sono tutti “molto soddisfatti”. Se non ci credete sentitelo da voi.






Prima di iniziare questa lunga riflessione che vi terrà impegnati per qualche minuto, è utile precisare che oltre per il Sindaco, anche per l’Assessore al Turismo Aronne  e per il Consigliere Giordano Sozzi è giunta l’ora, improcrastinabile di tornare alle proprie mansioni.
Vedremo dopo il perché, oltre che per il primo cittadino (che vuol dire ritirare l’amministrazione, anche se tutto sommato tra 18 mesi se ne vanno comunque grazie a Dio) anche per questi signori, come per Prandelli, è auspicabile un bel passo indietro plateale, e subito.

Non possiamo attaccarci al caldo.
Piove e c’è la crisi economica. Il binomio della più seria difficoltà per chi deve offrire un prodotto di vacanza estiva. E il discorso può essere esteso ad ogni località.
Ma noi parliamo di Castione della Presolana.
E ci basta.
 E’ un inizio di stagione talmente difficoltoso, che pare di assistere alla difesa Brasiliana davanti alle incursioni dei  tedeschi l'altra sera.
Una situazione generale oggettivamente incresciosa, ma dalla quale possiamo, e dobbiamo trarre un insegnamento e cercare  una risposta che di sicuro,deve essere quanto meno perseguibile.

Chi siamodove stiamo andandodove vogliamo andare.
Riprendiamo il discorso sulla questione del Turismo all’ombra della Presolana calibrando sotto diverse angolazioni il ragionamento.
E lo faccio mettendo subito nero su bianco, che il Settore Turistico è il primo settore economico, di Castione, ed il suo assessore al Turismo, equivale al Ministro del Petrolio per l’Arabia Saudita.
Come dicevo e non c’è da girarci attorno, c’è una crisi dei consumi enorme, è vero, che sommata alla  bassa pressione che provoca pioggia,  ci fa tastare  con mano, cosa significa rimanere al palo.
E perdiamo come area decine di migliaia di euro ogni giorno.

Parlare della tenuta stagionale, per me che comunque sono dell’ambiente, può apparire un discorso di parte, ma alla  stregua di quanto detto anche da Renzi con il discorso al parlamento Europeo, in questa fase chi ha da dire qualcosa lo dica, e chi deve fare qualcosa lo faccia.

Partiamo da una considerazione prima che dai fatti.
Il turismo come dicevo, insieme alla più generale questione del lavoro, correlato alla questione della difficoltà sociale, era, ed è e il segmento strategico sul quale concentrare ogni sforzo a livello territoriale sia a livello politico che progettuale.
In quest’ottica ogni idea, e soprattutto ogni risorsa, sia umana  che economica deve essere indirizzata in questa direzione e soprattutto deve esprimere un profitto.
Il turismo “deve rendere”, per chi non avesse afferrato.
Non è un esercizio di stile, ne un passatempo.

Si diceva, già ai tempi delle prime riunioni di quella che poi diventerà  "l’amministrazione a sovranità limitata" che il problema della destagionalizzazione era centrale per concentrare gli sforzi tesi al rilancio turistico.
Sappiamo che questo discorso è rimasto  lettera morta..

Destagionalizzazione…questa sconosciuta
Per entrare materialmente nel ragionamento dobbiamo fissare qualche paletto.
Il primo, e puo apparire una banalità, è il discorso sulla capacità di avere turismo nei  periodi che giocoforza  sono fuori dalla stagione principale.
Se in questo Giugno ed inizio Luglio avessimo rafforzato questo aspetto, oggi , comunque potremmo tenere in piedi il settore senza guardare tristi  la pioggia fuori dalla finestra.


Destagionalizzare significa essenzialmente proporre un’offerta turistica di prodotto sostenibile , negli archi temporali, in cui il flusso turistico non si impone fisiologicamente. In questi anni di crisi, specialmente se piove sono appunto da considerare come  “fuori stagione”  anche giugno e le prime settimane di Luglio, per non parlare di Settembre.

Pertanto forieri dell’esperienza che stiamo vivendo, dobbiamo considerarli fuori dai mesi che “tradizionalmente” sono i principali soggetti all’affluenza dei viaggiatori.

L’offerta, se si vuole avere lo spazio di un periodo cuscinetto che deve trascinare alle punte di stagione, deve vertere essenzialmente su di eventi (di tipo culturale o sportivo) , legati ad infrastrutture, capaci di attirare un genere di turista potenziale indifferenziato o specifico ( appassionato,  sportivo, al seguito ec.) che al di là della questione tipicamente vacanziera o climatica, decide di raggiungere il luogo di permanenza.

La stessa comunità europea agli albori della sua edificazione materiale enunciava questa necessità strategica:

"il problema più grave del turismo in Europa è la sua elevata concentrazione in alta stagione, il che comporta la congestione delle capacità di trasporto e dei servizi di accoglienza, nonché il degrado dell'ambiente naturale ed umano nell'alta stagione, ed uno scarso impiego delle risorse finanziarie ed umane nella bassa stagione". (Commissione CEE (1991))

Come riportava correttamente Patrizia Fois in un celebre saggio, il problema della destagionalizzazione risiedeva, esattamente come per Castione della Presolana, nel dilemma della chiusura-non chiusura delle strutture ricettive fuori periodo. Problema  chiave anche nel panorama turistico nazionale.

Infatti molti albergatori, affittuari, e gestori di locali di tipo abitativo/ricreativo,   che non riescono a risolvere tale problema finiscono per trovarsi sull'orlo di un "circolo vizioso" con stagioni brevi per la mancata convenienza all'apertura nei mesi di bassa stagione e che non permettono loro di diluire i costi fissi, ma anzi spingono verso l'incremento delle tariffe in alta stagione.


Va infatti considerato che le strutture  stagionali determinano rilevanti spese di chiusura e riapertura (lo stabile, gli impianti, gli arredi e gli spazi esterni subiscono sensibili deterioramenti e necessitano di una manutenzione assai attenta) ed esistono inoltre una serie di imposte e di spese correnti (oltre agli ammortamenti ed oneri finanziari) che comunque devono essere sostenuti anche ad esercizio chiuso.
La scelta fondamentale, diventa allora tra tenere chiuso e sopportare tali costi fissi o aprire e rischiare che le entrate non coprano la somma dei costi fissi e di quelli aggiunti legati all'apertura.
In parole povere, starci dentro.
A livello di destinazione turistica la situazione si presenta ancora più intricata. In molte località nei periodi di bassa stagione vi sono pochi turisti e così la maggior parte dei servizi e delle attività commerciali restano chiusi. Ma come si può sperare che arrivino i turisti se la località si presenta deserta e disfunzionale?

Il problema della destagionalizzazione e il dilemma della chiusura-non chiusura, sono tra quelli chiave nel panorama turistico locale e nazionale, e solo poche regioni registrano flussi soddisfacenti anche in questi mesi.
Tale risultato non è un miracolo né è riconducibile a "manne" di turisti caduti dal cielo, ma è il frutto di precise strategie elaborate e poste in essere negli anni, che hanno visto la collaborazione congiunta di operatori pubblici e privati consapevoli dell'importanza delle variabili in gioco.


Barriere ed opportunità.
La sfida si mostra certamente complessa, ma ai fattori che spingono alla concentrazione delle vacanze (clima, calendario scolastico, periodi di ferie, abitudinarietà delle scelte, mancanza di attrattiva delle proposte in bassa stagione) è possibile rispondere cercando soluzioni versatili con targets mirati (turisti potenziali) e soprattutto riuscendo a raggiungere tali targets e valorizzare le soluzioni in maniera innovativa, ma soprattutto, come nel caso di Castione, concretamente alle risorse disponibili. E qui casca l’asino.

Consigliere Sozzi Giordano
Del resto la bassa stagione può essere vista come una opportunità per offrire una risposta coerente con le aspettative dei turisti in cerca di autenticità, e spesso si tratta proprio dei turisti più sofisticati. Certo non è possibile pensare ad offerte ed una comunicazione indistinta, ma è necessario qualcosa di particolare per stimolare chi normalmente non viaggia in questo periodo. Se vi sono quindi evidenti barriere all'ampliamento dell'arco stagionale esistono comunque anche altrettanto evidenti opportunità e prime tra tutte la tendenza rilevata a livello mondiale alla frammentazione dei periodi di vacanza, eventualmente di un numero di giorni minore rispetto al passato.

La bassa stagione deve quindi essere affrontata con precise pianificazioni e strategie di marketing e soprattutto non si può tralasciare, nel caso castionese,di turisti che l'hanno visitata nelle precedenti stagioni (quindi consumatori che hanno già effettuato "la prima prova" del nostro prodotto turistico) hanno potuto, e 
comunque avrebbero potuto conoscerla anche per le bellezze naturali, le tradizioni culturali e storiche, le peculiarità e l'ospitalità che sono fruibili, ma per la maggior parte non sono a conoscenza della possibilità di realizzare tale fruizione o spesso si trovano davanti ad una effettiva impossibilità. Se infatti le attività escursionistiche per la maggior parte riducono o eliminano la fornitura del servizio, gli alberghi chiudono e soprattutto langue l'animazione interna e quella esterna della località turistica e quindi le attività ricreative non sono organizzate.
Per questo mi chiedo come sia stato possibile non dare adeguato spazio a Castione sull'Inserto di Giugno dell'Eco Di Bergamo, dove Promoserio presentava le manifestazioni a livello giornalistico. Lo chiedo in particolare all'amico Giordano, che oltre ad essere Consigliere del Comune, è presidente del Consorzio Albergatori, nonchè membro del Consiglio di Amministrazione Promoserioche dovrebbe nientemeno che "promuovere " il territorio Seriano.

Inoltre è essenziale che l'operatore pubblico supporti gli operatori privati e i loro consorzi attraverso l'animazione della località e l'organizzazione di determinati eventi magari collegandosi con altre realtà turistiche circostanti e creando un programma che faccia girare la responsabilità organizzativa ora ad una località ora alle altre.

A conferma di queste riflessioni, si considera quale aspetto fondamentale e sul quale puntare, la necessità di un coordinamento tra tutti gli operatori locali per pianificare i periodi di chiusura- apertura, disponibilità, contatti con gli operatori e risolvere il problema dell'animazione esterna.

Altro problema tipico, e che vale per Castione anche per l’alta Stagione ed evidenziato dal sottoscritto è quello, annoso, dei trasporti, che influiscono fortemente sul prezzo finale della vacanza. In tal senso ancora una volta la dimensione può e deve fare ciò che per il singolo è maggiormente difficile: da consorzi ed enti pubblici deve partire un sistema di accordi con i vettori finalizzato alle esigenze del turismo (Navetta Bus, e Taxi a licenza locale).

Relativamente alla leva prodotto è necessario, come sottolineato, trovare nella propria località, nel circondario, nella propria fantasia qualcosa di particolare che conferisca luce al prodotto turistico. Non stiamo qui sostenendo che sia necessario organizzare un circo per i turisti, ma di offrire in seno alla caratterizzazione del territorio, una via specifica e che non sia il semplice “andare in montagna quando fa bello”, ma che sia invece, detto volgarmente di “far venire in montagna quando fa brutto”.
Si dirà, bello, a parole.
Ma qui sta il punto focale.

L’evento enorme tipo Giro d’Italia, è un macroevento di portata addirittura straordinaria, ma non sufficiente per garantire una zona cuscinetto utile, alla creazione del già citato “indotto” capace di far respirare l’economia locale quando appunto il tempo non è dalla nostra.
Centro Sportivo di Via Rucola
E qui viene lo sforzo pubblico.
Un’ idea. O più.
Sappiamo bene di disporre di un’elevata capacità ricettiva, sia alberghiera che di seconde case. Banalità che è utile ricordare.
Non siamo Saint. Moritz (dove loro , si, hanno l’aeroporto)  ma siamo tranquillamente all’altezza di centinaia di località turistiche blasonate, in Italia ed in giro per le Alpi.
Il centro Sportivo di Via Rucola , è una realtà immensa, proprio per la qualità della struttura.
Potrebbe potenzialmente ospitare centinaia di manifestazioni sportive di tenore anche nazionale.
Ma non può.
Per un semplice motivo, nonostante l’indiscussa qualità per “gli atleti”, manca sostanzialmente quella per gli spettatori.
In sostanza manca una Tribuna che lo elevi a Palazzetto.
Tornei CSI, Manifestazioni di ogni tipo, Festival (del Fitness, del Ballo e chi ne ha più ne metta).
Quella struttura fuori stagione dovrebbe essere usata così tanto che dopo cinque anni la dovresti buttare e ricostruire.  Vorrebbe dire che funziona.
Campo da Calcio Alpino
Si dirà, che allora la mia idea verte su di una “caratterizzazione del periodo fuori stagione orientato allo sport attivo”, e non ad una “specifica valorizzazione globale, o strategica , del comprensorio”.
La risposta è SI.
Esattamente come fatto da altre realtà alpine. Con la differenza che dalla bassa padana ci arrivi in due ore a Castione
Valorizzare un comprensorio, in parole povere significa come dicevo prima, farlo rendere.
Per questo non basta l’apporto dei volontari.
Che fanno si, un lavoro prezioso.
Ma che per l’appunto non sono professionisti.
Che necessitano di una guida che li indirizzi e li protegga.
Come appunto il nostro Ministro del Petrolio, l’assessore al Turismo.
Per questo non è colpa loro, dei volontari.

La sostanza è dunque orientata ad una incisiva strategia di impulso che garantisca il flusso turistico senza dover aspettare l’alba dei tempi.
Sarà magari un discorso che non accontenterà i sofisticati gentlemen che giocano a Polo e sorseggiano infusi, ma l’economia locale prenderebbe fiato.
Esattamente come avere un campo da calcio sintetico.
E una struttura coperta permanente.
Strutture utilizzabili.

Subito.

Non i  campi da golf immaginari, o la funivia a zig zag.
O peggio la Discarica all’entrata del paese.
  
Marketing mix per la bassa stagione.
Allo stesso modo contatti continui e diversificati con i "distributori" sono fondamentali proprio in questo periodo, in quanto le visite commerciali, gli annunci pubblicitari, la partecipazione a fiere, i mailings a vecchi o potenziali clienti possono essere finalizzati non solo alla preparazione della stagione estiva ed invernale, ma anche a capire quella primaverile e autunnale.

Il problema dei contatti commerciali si lega certamente con quello della comunicazione, generalmente tralasciata dagli operatori durante la bassa stagione. Non dimentichiamo che il supporto commerciale e comunicazionale deve essere garantito dalla Regione in modo da fornire luoghi e momento di incontro agli operatori  per valorizzare il proprio prodotto. E per questo ci vogliono bravi dirigenti. Non si vuole qui richiamare un concetto di assistenzialismo, ma bensì di stimolo , di organizzazione: in diverse regioni operatori e Regione sopportano insieme le spese di tali incontri in quanto si è raggiunto un grado di collaborazione e di reciproca fiducia molto alto. Infatti il supporto dell'operatore pubblico è necessario anche per la cosiddetta "comunicazione d'accoglienza", cioé l'insieme di attività ricreative del dentro e fuori albergo che poi caratterizzano spesso emotivamente la vacanza e che rimangono impresse nel bagaglio di immagini e ricordi del turista.
È certamente importante  abbandonare la mentalità "attendista" per una maggiormente economica che si rivolge attualmente al turista nell'intento di soddisfare le sue aspettative, esplicite o implicite e che soprattutto abbia compreso la grande risorsa e le possibilità della bassa stagione.
In quest’ottica, considerando la partecipazione della nuova “Turismo Presolana”, il “Consorzio Operatori Turistici” , alle associazioni sino alla parrocchia, si deve creare una sorta di “Stati Generali “ del turismo locale, al fine di avere una piattaforma di confronto omogeneo per pianificare, e soprattutto eseguire i piani di organizzazione e promozione degli eventi, intesi. E degli interventi strutturali che il Comune istituzionalmente inteso, deve supportare con gli investimenti propri.
Magari con a capo Persone qualificate ( una su tutte la vecchia assessora al turismo) retribuite come professionisti, che sanno chi siamo, e che sanno dove andare con il supporto dei volontari.
Professionisti pagati, insieme all'entusiasmo dei volontari.
Il massimo.
E risultati alla mano, se  gli obiettivi non venissero raggiunti, tutti a casa.
E le cose funzionerebbero.
E non ci ritroveremmo con assurdità calate dall'alto, o spese inutili come la Discarica in Agro. Giù giù sino a rivedere le luci di Natale …a Natale.

Dimissioni subito per carità.
Il ragionamento costruttivo di cui sopra non può essere completo senza considerare quanto sia emergenziale la questione dell’amministrazione Comunale.
Il discorso fatto risiede proprio nel fatto che la Giunta doveva realizzare proprio tutto quanto detto sopra.
Castione e la sua Montagna, anche per merito di sbagliate interpretazioni dei suoi attori amministrativi, ha delimitato radicalmente l’approccio alla sua identificazione nel contesto economico.
Dapprima con un eccesso di superficialità nell’inquadramento dell’identità del turismo offerto, la seconda, che coincide con il non Governo dell’Area vissuto in questi anni” data la confusione delle azioni  da intraprendere per ordinare e poi governare la crescita turistica.

E’ inutile aggiungere osservazioni sul peggior sindaco della storia di Castione, al secolo Mauro Pezzoli, attualmente ancora seduto sulla poltrona di primo cittadino, ma che grazie al cielo, come dicevo  tra  18 mesi  volente o nolente se ne andrà.

Che il “non gruppo” di Pezzoli avesse fallito nel disegno strategico turistico lo avevamo già detto , ed abbondantemente affrontato.

Io credo che arrivare a far passi indietro nell’offerta turistica sia stato il più clamoroso fallimento che una giunta votata al Turismo  poteva fare .Ed è capitato purtroppo, proprio per l’incapacità di confrontarsi con gli attori locali, che al momento del bisogno avrebbero potuto dare una mano.
Forse è successo per un complesso di superiorità. Chissà.

Giusto per ricordare qualche numero, utile ripensare allo stallo nella gestione del società Monti del Sole,  la perdita degli eventi (vedasi mercatini  di Natale etc), mancati investimenti nel comparto turistico, giù giù sino all’assenza di luci natalizie, assenza della navetta etc etc.

Ce ne è sarebbe abbastanza per chiedere i danni, più che le dimissioni degli interessati.

Si devono dimettere, per l’impasse in cui ci hanno fatto cadere.
Per i fallimenti dell’Inverno scorso.
Perché all’ 8 Luglio non avevamo ancora una programmazione estiva definita.
Perché avevano tutte le persone a loro fianco per lavorare bene. Ma le hanno fatte scappare.
Perché c’è il rischio di togliere la voglia anche ai volenterosi Volontari.
E fanno bene a dire che il Comune è una cosa , e la Turismo Presolana è un’altra.

Sono tanti i problemi da affrontare.

Non dovrebbe essere così.
Ma in questa situazione ci siamo finiti.
E non è solo un problema di volantini.

Ed ora, per il bene del Turismo di Castione,  da questa situazione, meglio uscirne immediatamente.
Subito.


Un saluto, Fafo
Fabio Ferrari