martedì 3 marzo 2015

Castione, Scuole: la solita presa per il Polo


Politica vuol dire realizzare. Ma non sprecare, politica significa fare le cose che servono e che servono il bene di chi le paga: il popolo.
Alcide De Gasperi


Romanzo comunale : altri soldi (pubblici) buttati?
Cari amici ben trovati.

Ho lasciato volutamente  passare un po’ di tempo prima di rimettermi a scrivere, lasciando al Sindaco pro tempore, il buon Mauro Pezzoli, la possibilità di strombazzare un po’ alla sua maniera, la notizia delle notizie, ossia il  finanziamento da parte della Regione per edificare (?) l’attesissimo Polo Scolastico presso l'attuale edificio delle scuole medie.

Abbiamo perfidamente lasciato campare l’ipotesi per qualche giorno, alimentando l'idea che questa volta l’amministrazione ce l’avesse fatta, che per una volta avessero ragione loro. 

Che fosse la "volta buona" .

Che la Regione  avesse approvato senza se e senza ma l’opera in questione.

Che il cosiddetto “polo scolastico” fosse finalmente, oltre ogni ragionevole dubbio, una realtà.

Che ormai tutto fosse pronto bello che pagato, e come per la pizza, in pronta consegna.

E quindi giù dichiarazioni tronfie, interviste carosello e calici di prosecco verso l'alto.

Sembrava davvero che questa volta ce l’avesse fatta il nostro Mauro a fregare tutti. Opposizioni interne ed esterne, avversari più o meno dichiarati, scettici, agnostici e umanità varia.

Cosa, meglio di un'opera in grande stile, per tornare in sella all’amministrazione, delimitando di fatto chi voleva scalzarlo dalla ricandidatura per poi magari vedersi plebiscitariamente rieletto. Un sogno per un sindaco, che praticamente da quattro anni inseguiva il sogno di realizzare almeno una cosa per sta benedetta Castione della Presolana.
E questa volta, cascasse il mondo questa cosa ce l’aveva, e l’aveva ottenuta con un finanziamento regionale.
E tutti i gli avversari, potevano solo rosicare, tiè!

Il problema, però come sempre con l'attuale sindaco, dal sogno ci siamo risvegliati subito.
Giusto il tempo di leggere le carte. 

Ma quale finanziamento?
A detta del primo cittadino, la Regione Lombardia ci avrebbe sostenuti direttamente per la cifra di 1.200.000 euro, al fine di contribuire alla realizzazione del progetto finale del suddetto Polo  integrando di fatto la quantificazione complessiva  di 2.180.000 euro.

A leggerla in quei termini sembrava che il finanziamento cascasse a metà: una parte finanziata dal Pirellone, e un’altra coperta con la vendita dell’edificio delle scuole elementari di Bratto.

Quattro miliardi e passa per allargare l'edificio delle attuali scuole. Un milioncino a testa tra gli Enti, e che sarà mai.

Fonte del finanziamento comunale sarebbe stata incamerata come detto, dalla quota ricavata dalla vendita delle celeberrime scuole di Bratto, ultimo edificio di caratura istituzionale esistente nella lande della frazione, che ha visto una valutazione approssimativa di circa 1.000.000 di euro.

Sembrava dunque a detta del buon Mauro, che con la mera alienazione delle scuole (elemento già contestato a suo tempo sul piano dell’opportunità pratica, anche solo e diciamolo per le ricadute  economiche sul tessuto di quell'area) il Comune si sarebbe ritrovato in saccoccia le risorse necessarie al fine di coprire l'intero costo d'opera. 

Purtroppo però, fin da subito, (e credetemi che ne sarei stato felice per il Comune) di finanziamenti concreti dalle casse regionali, che coprissero l'opera nella sua interezza, non ve ne'era neanche l'ombra .
Dimensione del vero contributo della Regione

E per un semplice motivo.

Carte alla mano è apparso chiaro, e lo vedete chiaramente dal grafico posto originale a fianco,  il fondo che la Regione concede a mò di regalo ai Comuni interessati dal piano  è solo una parte, e nel nostro caso appunto di 480.000 euro, un quinto secco dei due milioni preventivati.


E gli altri 721.000 mancanti ? Questa cifra che insieme ai 480.000 a fondo perduto, avrebbero dovuto costituire il "finanziamento " tanto declamato dal buon Mauro, altro non è che un semplice, oneroso, mutuo, che la Regione ci concede e che dovremo come Comune, volenti o nolenti onorare nei prossimi anni.
Sperando sempre di vendere per un milione, l'edificio delle scuole "pubbliche " di Bratto.

Altro che contributo regionale.

Il maldestro tentativo di rivendere come un successo politico il sostegno regionale di un quinto dell’importo necessario alla realizzazione dell’opera, dimostra se ancora ce n’era bisogno, il grave stato comatoso in cui versa l’amministrazione comunale che sta finalmente per levare le ancore.

E non tanto sul merito della vicenda, poiché dell’eventualità di un'unica struttura scolastica per il Comune, si parla da almeno quarant'anni, discorso culminato alla fine degli anni 90’ con il progetto dell’architetto Tomasi, che prevedeva un collegamento tra i due edifici (elementari e scuole medie) e una localizzazione della palestra di nuova fattura in cima a via de Amicis. Allora come oggi, credo che siano stati i dubbi a far frenare il progetto. Da una parte i numeri scolastici, dall'altra l’importo complessivo devono aver  fatto pensare : ma ne vale davvero la pena?

Su questo tema potremmo aprire un dibattito infinito, ma a noi quello che importa è il dato numerico sul quale si cerca di far leva, cercando di comprendere la necessità di procedere a quel mero allargamento, poiché altro non è, dell’edificio delle attuali scuole medie.Il tutto ricordiamolo, per più di tre miliardi di vecchie lire, tutte da sborsare noialtri.
L'annuncio del sindaco e la reazione sorpresa
di Peppa

Davvero possiamo permetterci di investire 1.700.000 euro di risorse comunali presi direttamente dalla proprietà pubblica (per quanto ancora incerta sia la vendita delle scuole brattesi, sul quale torneremo) nell'allargamento di un edificio come le attuali scuole?

Il discorso è semplice, nessuno mette in discussione la bontà e la necessità di procedere ad investimenti, anzi. Tanto meno discutere di migliorare l'offerta dei servizi pubblici i quali comprendono le scuole.Il centro della questione semmai si concentra sulla natura dei progetti e sul fatto che questi, una volta finanziati con capitale proprio da parte del Comune, saranno oneri che dovremo supportare in futuro.

Le risorse che Pezzoli sta usando, da una parte vengono dai celebri piani integrati e dall’altra parte invece sono per diretta discendenza dalla vendita del patrimonio pubblico.

Si, quel patrimonio che una volta andato è andato.

Per farla breve stanno chiudendo il ciclo amministrativo senza nessun finanziamento esterno,  utilizzando il patrimonio disponibile, che una volta finito, come capirete, sarà finito.
Come vendere la casa per comprarsi la fuori serie.

Un ragionamento spericolato, ma ragionevole sul piano formale, da parte di chi, non avendo realizzato un bel tubo in quattro anni, e sapendo perfettamente che non avrà un secondo mandato, si mette a vendere l’argenteria di famiglia senza neanche chiedere.
E c’è un preciso motivo se dico questo.
Sfogliando la stampa locale si legge che persino il nuovissimo asilo di Dorga è prossimo alla chiusura per evidenti dissesti che lo stesso immobile ha contribuito a creare. E quando ci sono i dissesti? Semplice, quando i beni non vengono utilizzati. E perché non vengono utilizzati? Semplice, perché non c’è richiesta, o è un bene sovradimensionato rispetto alle reali esigenze operative. E a questo punto dopo sette anni il Parroco è costretto a chiudere quell’asilo facendo capire che forse, quando fu realizzato  non era il caso di metterlo in piedi. E di certo non è una scelta facile per Don Stefano che è persona razionale, ma obbligata dal punto di vista economico.

Ma in quel caso  sono problemi  della parrocchia qualcuno potrebbe obiettare,  ma il ragionamento è lo stesso che riguarda l'eventuale allargamento delle scuole medie.

Se ci sono spazi pubblici o semi pubblici inutilizzati nel territorio di Castione della Presolana, perché tra i vari motivi avanzati alla necessità di questo investimento c’è appunto la volontà di offrire ulteriori nuovi spazi come dichiarato dal sindaco?

O peggio, perché nonostante l’evidente decrescita del tasso di natalità, si vuole ampliare una struttura che in proiezione 2015-2030, basta e avanza a contenerne gli alunni (al netto dell'adeguamento energetico- strutturale)?

Sul punto io non ci vedo altro che un pizzico di megalomania, o un bizzarro  tentativo di fare vedere qualcosa di materiale in vista della chiusura del mandatospendendo però, a differenza della Parrocchia,  i soldi dei cittadini. Perché lo ripeto, se la cosa passa in cassa, sommando anche la tragedia (economica) della discarica in Agro, questa operazione non lascerà più una risorsa disponibile a chi vorrà amministrare il Comune. E qui viene il punto ancora più importante.

Comune, svegliati.
Avevo riportato nell’articolo precedente, dell’uscita pubblica di uno dei più importanti soggetti privati del territorio, l’azionista Angelo Radici, che sull’Eco di Bergamo esortava gli enti pubblici (Comune, Provincia e Regione) a sostenere il comprensorio sciistico, sciogliendo la matassa burocratico-amministrativa di tutti gli impedimenti che rallentano gli investimenti privati. Era chiaro che il discorso di Radici si rivolgeva, tra le altre cose,  anche ai clamorosi ritardi sviluppati dagli enti nella definizione del nostro parco di acqua artificiale, volgarmente chiamata " questione dei laghetti". Era chiaro che la faccenda non poteva morire li sul giornale, e Regione Lombardia con un comunicato stampa pochi giorni dopo chiariva la sua posizione in merito.

Per voce del sottosegretario Ugo Parolo, la Regione metteva nero su bianco che per quanto di sua competenza, la questione era definita e che anzi, la palla era già da tempo nelle mani di chi indovinate un po’deve da quattro anni regolarizzare il tutto : il Comune. 

Parolo nel comunicato sottolineava che :
“ Regione Lombardia si è impegnata da subito a verificare la fattibilità di procedere all’attuazione di un lotto stralcio del progetto complessivo, consistente in due invasi artificiali per innevamento. A tal proposito gli uffici hanno trasmesso una lettera al Comune di Castione della Presolana (capofila dell’adp) ed ai privati aderenti l’accordo, nella quale si evidenzia che in base alle informazioni in possesso di Regione, qualora le opere si configurassero come effettivo adeguamento funzionale di impianti esistenti, i previsti bacini di innevamento potranno essere autorizzati direttamente dal Comune e realizzati previa acquisizione da parte dell’Operatore delle necessarie autorizzazioni e pareri previsti.”

In sostanza una variazione al PGT e la cosa è fatta.
E mi auguro arrivi. Ma forse il nostro Mauro e soci , hanno altro da fare, come ( scusatemi l'eufemismo) buttare nel cesso tre miliardi per un allargamento di un edificio che rimarrà mezzo vuoto e che produrrà probabilmente perdite come accaduto all'asilo di Dorga.

Articolo sulla mozione unanime delle opposizioni
E’chiaro che non si può affrontare la questione castionese del demanio sciabile senza considerare il reticolo relazionale nel quale essa si sviluppa. E sopratutto considerare di non sperperare le risorse disponibili per progetti, come quello in questione,  assolutamente evitabili.
Data la questione, con gli altri consiglieri comunali abbiamo espresso una posizione condivisa.


Romanzo Elettorale

Sui numeri scorsi del quindicinale Araberara ho letto un articolo riguardante lo scenario che si sta prefigurando verso le  elezioni del prossimo anno. Devo dire che un certo stupore l' ho sentito quando ho letto che tra i vari pretendenti a sostituire il decaduto Mauro all'interno di quella ristretta area , ci sta pure il commissario "tecnico consultivo" Romolo Ferrario che a quanto leggo vorrebbe ancora tentare di fare  il sindaco di Castione.
Ferrario è un imprenditore che investe nel territorio insieme a molti altri e su questo niente da dire. Quello che non mi  torna però,  è il perchè ci tenga (fino a smentita pubblica ) a rivestire il ruolo di Sindaco del Comune, dato che al netto delle vicende narrate dal blog , in fondo con tutto l'ampio margine di manovra ricevuto dalla giunta Pezzoli con la nomina a Consigliere strategico senza vincoli di mandato, di fatto l'amministratore l’ha già fatto in questi quattro anni, e lasciatemelo dire, con risultati che reputo più che discutibili.

Nel 2001 Romolo ci aveva già provato a fare il primo cittadino di Castione con una sua lista, ma purtroppo arrivò ultimo su quattro compagini allora presentate.
Non so quanto gliene venga a sostituire il buon Mauro in quel che resta di quello schieramento.

Chissà che magari questa volta...
Comunque in bocca al lupo, ci mancherebbe.

Nel frattempo noi voliamo bassi dato che non siamo ne strategici ne consultivi  senza promettere la Luna,  continuando  a ragionare su cosette semplici tipo i laghetti per la neve artificiale.
Così tanto per dire.

Alla prossima,

Fabio, Fafo,  Ferrari.