sabato 8 giugno 2013

Turismo in Presolana, la necessità di una Missione




"Avere un'idea, è un'ottima cosa. Ma è ancora meglio sapere come portarla avanti"

Henry Ford


Cari amici, chiedo scusa in anticipo se questo articolo sarà più tedioso del solito, ma di tanto in tanto è necessario fare i seriosi per rimanere equilibrati sul piano del serrato confronto con gli organi istituzionali e imprenditoriali. Chiacchiere in fondo, ma necessarie.
In quest'ultimo periodo, ho avuto modo, per motivi professionali e non, di confrontarmi e conoscere più approfonditamente diverse tematiche di carattere economico/locale che, inesorabilmente hanno fatto sorgere nel sottoscritto alcuni interrogativi più marcati. A parlare di turismo e del suo rilancio, in questo periodo, si rischia come al solito di riprorre banalità del "già visto e già sentito", ma è un rischio, che nel ragionamento che propongo oggi, si può tranquillamente correre. Al fine di far comprendere, a quanti tra voi leggono per la prima volta di queste cose, anche a discapito dei miei strali contro quel parlar difficile da parte dei vari scienziati con le pezze, utilizzerò anche io l'impianto terminologico tanto amato dai vari "mega consulenti" che inquinano il sano mondo imprenditoriale con le loro cazzate da conferenza.
Per dedicarmi a questa attività d'ampio respirò prenderò come piano d'appoggio, la buona notizia del rilancio del consorzio degli operatori turistici dell'alta Val Seriana che da Cooraltur si è trasformata nel nuovo marchio "Presolana Holiday"
Come dicevo, durante i colloqui, intercorsi spesso in maniera informale con professionisti, operatori, amministratori e semplici appassionati, ho rilevato che il comune denominatore nel rallentamento progressivo dello sforzo economico, risiede appunto nella sostanziale mancanza di un collante nell'offerta aggregata. Tradotto in moneta, i vari attori dell'imprenditoria turistica viaggiano, con tutti i loro sforzi,  su piani diversi, o addirittura su frequenze diverse. Nella sostanza, penso, in virtù di quanto osservato, alla luce della trasformazione economica e sociale che ci ha visto protagonisti dopo il 2003 (vero anno dell'inizio della crisi del potere d'acquisto del consumatore medio) che si sia creato un grande solco tra i segmenti privati ed istituzionali del comparto, creando quella sorta di "caos" di volontà che ha portato Comuni (come il nostro) a marcato orientamento turistico a navigare a vista. Si rileva nella sostanza una sorta di improvvisazione sia in chi si ritrovava ad organizzare un'autentica struttura imprenditoriale , sia chi si impegnava nella organizzazione della classica sagra di paese.

Missione Globale, ipotesi.
Noi sappiamo per esempio che tutte le imprese, utilizzano le risorse finanziarie a disposizione per l’acquisizione dei fattori produttivi. Queste risorse finanziarie vengono chiamate Fonti di finanziamento e possono provenire dall’interno dell’azienda oppure dall’esterno, e un tempo, e stiamo parlando del boom della spesa pubblica dello Stato negli anni 80', alcune forti fonti di sostegno all'impresa" turistica, potevano attingere oltre che al capitale creditizio (le banche prestavano senza rompere troppo le balle) attingendo anche al capitale pubblico. Questo accadeva sia sul fronte del finanziamento strutturale (impresa) che verso quello sociale (manifestazioni ed infrastrutture). Questo accadeva un tempo, e se nella nostra area non se ne è approfittato, forse qualche ammenda potremmo anche farcela, anche se è  inutile ormai. 
Nel "tempo che fu" le amministrazioni locali hanno spesso fatto ricorso alle sponsorizzazioni per le più varie finalità: culturali, sportive, di utilità sociale, anche se l’assenza di una compiuta disciplina legislativa ha indotto ad una applicazione dell’istituto con modalità del tutto atipiche ed affatto omogenee, dando luogo a prassi differenti ritenute più o meno legittime dalla giurisprudenza amministrativa. 
Già l’art 61 del D.L. n. 112/2008, nella versione della legge di conversione n. 133/2008, al comma 6 aveva stabilito che, a decorrere dall'anno 2009, ai sensi della legge 30 dicembre 2004, n. 311, non potevano effettuare spese per sponsorizzazioni per un ammontare superiore al 30 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2007 per la medesima finalità. La predetta disposizione, invero, era stata definita, poi, come norma di principio per gli enti locali dal successivo comma 15 del medesimo articolo.
Appare ovvio che nel legislatore finanziario era iniziata a maturare la convinzione che l’istituto delle sponsorizzazioni, nella risultanza della summenzionata disciplina, non aveva sortito il triplice effetto sperato: innovare l’organizzazione amministrativa, realizzare maggiori economie e migliorare la qualità dei servizi e che esso, al contrario, si era di fatto prestato per realizzare iniziative non dirette al perseguimento di interessi pubblici o, quantomeno, in conflitto di interesse tra attività pubblica e privata. Esso, comunque, non aveva concretizzato gli attesi risparmi di spesa rispetto agli stanziamenti disposti, secondo quanto previsto dal secondo comma del citato art. 43 della legge n. 449/1997.
Coerentemente con il predetto primo approccio teso a limitare la pratica delle sponsorizzazioni, pertanto, a sostegno di misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, si pone la recente disciplina dettata dal D.L. n. 78/2010, convertito in L. n. 122/2010, che prevede il divieto, a decorrere dall’anno 2011, per le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’ISTAT ai sensi dell’art. 1 comma 3 della legge n. 196/2009, e quindi anche per i Comuni, di effettuare spese per sponsorizzazioni.Con l'aggravarsi della crisi finanziaria.  nella sostanza, questo quadro normativo ci pone di fronte al bivio tra un progressivo abbandono del  sostegno pubblico all'economia  o per assurdo ad una sorta di autofinanziamento (tipo i famosi 300 euro richiesti ai commercianti).E' doveroso ipotizzare altre strade di programmazione politco-economica, che come abbiamo visto nei numeri, l'amministrazione Pezzoli è anni luce dal poter solo intraprendere. In questo frangente, senza ombra di dubbio, è ridicolo accusare il nostro Sindaco di questa carenza, perchè come ho già dimostrato, il problema affonda più precisamente nell'assenza di una struttura d'area (comune unico, o unione dei comuni su base orografica) che dovrebbe supplire alla carenza nonchè al dispendio di risorse che l'unione dei Comuni della Presolana oggi rappresenta. Ricordate sempre il detto..." le piscine a Rovetta, le discariche a Castione".
Come dicevo innanzi, la creazione di un nuovo Marchio di fabbrica , Presolana Holiday, che trova tra i suoi membri anche il nuovo Grand Hotel Presolana, è uno dei primi passi nella direzione  di un'uniformità dell'offerta turistica di quel tipo di soggetti privati capaci di concorrere in concerto con il "nuove ente" nella realizzazione del nuovo piano consolidato dell'identità montana. Sempre in questa direzione, finalmente, abbiamo un'importante interlocutore che meglio non si poteva, nel nuovo  capo della Comunità Montana di Scalve nonchè ex Sindaco di Clusone, Guido Giudici.
Sullo scarto dell'esperienza come sindaco di una citta' di 10000 abitanti e con una profonda conoscenza dell'agire amministrativo, in un'intervista all'eco di Bergamo del 3 Giugno, ha segnalato perfettamente qual'è il prisma che opprime la programmazione politico/ strategica dell'ente locale, ossia la galassia di vincoli che si determinano per colpa della burocrazia statuale/normativa,  che non fa più vittime solo tra i cittadini, ma per assurdo, anche tra le amministrazioni pubbliche. E'chiaro che può sembrare una banalità, ma se per sistemare un sentiero agro-silvo pastorale, si necessità di un "paio d'anni di autorizzazioni", e se per intraprendere una misera azione promozionale bisogna attendere 164 vincoli di bilancio...ebbene, il problema fondante del raginamento si pone eccome.  Se la Val di Scalve, l'area della Presolana (che non me ne vogliano, ma di cui non fan parte strutturalmente il 90% dell'Unione attuale) vogliono un margine di sopravvivenza di lungo periodo, la scelta è obbligata : uniformità politica ed imprenditoriale.  Da qui la "Mission" strutturale d'area.
Razionalizzare, ideare, realizzare.

 La Mission.
Quando si parla di gestione aziendale (o politica) si ritiene spesso, a torto, che questa consista solo e soprattutto nel management, ossia nel controllo di cose concrete: produrre ottenere risultati, gestire risorse, prendere decisioni. Tuttavia una gestione che possa definirsi strategica, e quindi lavori per il futuro, implica anche l’attenzione ad aspetti che solitamente vengono considerati astratti o teorici.
Vision, mission e valori sono parte della strategia d'impresa, svolgono una funzione di comunicazione della strategia, rafforzano l'identità dell'organizzazione, l'identificazione dei singoli membri con questa e agevolano l'allineamento degli obiettivi individuali. Bella banalità vero? Si in termini Bocconiani si, ma per assurdo fa al caso nostro.
Pertanto per delineare correttamente la sua strategia aziendale la Direzione (il comune unico Presolana) preliminarmente dovrà analizzare e definire chiaramente i valori dell’impresa cioè la sua mission e la sua vision. (Pezzoli, per assurdo ha deciso, senza saperlo, che il Golf in val di Tede era la sua Mission)  Se è vero che l’impresa/ente locale nasce con una sua missione (anche se molte volte non dichiarata formalmente), è vero anche che per realizzarla si dota di strutture più o meno formalizzate, di strumenti e procedure, di organigrammi che si animano con il comportamento delle persone.
Dotarsi di una mission pubblico/privata , e di una visione d'insieme che non sia ed un sistema di Valori aziendali/amministrativi, comunicarli, dichiararli, diventa allora indispensabile per stabilire un'identità, fornire una rotta, indicare un orizzonte, un passaggio dalla situazione attuale a quella di un futuro possibile, se realizzato congiuntamente. È quindi necessario per il raggiungimento degli obiettivi e fare innovazione che all’interno dell’azienda la Direzione discuta e promuova la mission e la vision. Basti pensare alle infrastrutture, alla finanziabilità delle stesse nel contesto statuale/europeo. 
La mission e la visione creano così la cultura amministrativa/aziendale, che può definirsi come il complesso di specifici valori, significati, modi di pensare condivisi dai membri dell’organizzazione, che determina il modo di comportarsi dei membri stessi, sia all’interno che al di fuori dell’organizzazione.
La vision mette in evidenza cosa un’amministrazione/azienda vuole essere. Si concentra sul domani, fornisce dei chiari criteri di promozione ed è per questo immutabile nella storia. La vision diventa così la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi e incentiva all’azione tutti coloro che operano all’interno dell’azienda.Tecnicamente e non lo nego, prima di diventare una cloaca di amiconi, Vivipresolana dove essere il laboratorio di tutto questo, ma quello è storia.


Verso una direzione dunque.
Tecnicamente gli argomenti a corredo di questa impostazione, si sprecano. Nel nostro territorio una "conoscenza condivisa" delle iniziative economiche che le diverse "forze" locali intraprendono allo scopo della promozione e consolidazione turistica del territorio presolanese si scontrano. Per "forze locali" , intendo espressamente tutti quei soggetti quali imprenditori, associazioni, organizzazioni no profit, che, per denominazione, struttura sociale, vocazione interagiscono nel complesso dell'attività economica del turismo. Questa assenza, o meglio, questa carenza di collegamento informativo strutturale è forse uno degli aspetti più emergenziali che qualsiasi coordinatore (assessore al turismo, sindaco, I.a.t etc) dovrebbe afrontare immediatamente. Qualcosa abbiamo detto, con tutti i suoi se, Presolana Holiday è un inizio o quanto meno una botta di fiducia e inesorabilmente  altri soggetti,  una volta determinata la "missione" dell'"ente collettivo" vi si assoggetteranno di conseguenza (vedasi il carrozzone Promoserio).
Oggi abbiamo tracciato la linea, presto comincerò a svilupparne il contenuto in concerto con quanti intenderanno parteciparvi, lasciando i sindaci del vecchio conio a farsi sani bagni in Piscina...a Rovetta :-).


Un saluto, Fafo


PS
presto molte novità in vosta dell'approvazione del Pgt, e altro ancora. Buon inizio stagione a tutti.

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