mercoledì 3 ottobre 2012

nel frattempo tra le montagne





Mentre l'amministrazione o chi per essa, continua con le sempre meno frequentate ed inutili adunanze pubbliche, dove a farla da padrone sono sempre le migliori intenzioni : "faremo", " vogliamo fare "abbiate fiducia", " ci riusciremo", "vedrete che"..."abbiate pietà", il panorama reale del Comparto vive una situazione davvero grave. Raggelante il vice-non-sindaco quando parlando di risultati si è detto soddisfatto del caro-petrolio che spinge i turisti verso Castione e non verso il Trentino. Merito suo ovviamente:-)
Il non-sindaco Pezzoli e ciò che resta della sua ciurma, nel frattempo rilancia la solita stupidata continuando a sostenere che i giornali e di conseguenza i Ministeri dell'Interno e delle Finanze usino dati falsi contro di lui, e che lo Stato lo ha obbligato a imporre quelle aliquote IMU.
Mentre i nostri non-eroi si divertono a sparare idiozie, il comparto sciistico Seriano sta vivendo il più grave momento di crisi nella sua storia: Colere a rischio chiusura, Schilpario in vendita, Monte Pora senz'acqua.
Per gentile concessione del Corriere della Sera riporto quest'interessante articolo uscito Venerdì 28 Settembre per chi se lo fosse perso.


E il Monte Pora rischia di restare senz'acqua



Bilancio negativo Potrebbe ripetersi lo stop dell'anno scorso per cannoni «a secco» e presenze a meno 45%Corsa contro il tempo per un nuovo bacino
Lorenzo Pasinetti, direttore degli impianti del Passo Presolana e del Monte Pora, «lupo di montagna» con anni di esperienza sulle spalle, vorrebbe vivere attaccato ad una sonda meteo che, di settimana in settimana, lo rassicuri sull'unica cosa che adesso conta, e cioè che il prossimo inverno nevicherà. Magari non tantissimo, ma quel tanto che basta per iniziare e concludere la prossima stagione senza ricorrere troppo all'innevamento artificiale.«Sparare» è infatti un incubo, per tanti motivi. Il costo di un metro cubo di neve, comprensivo di elementi variabili (quote di ammortamento, acqua, energia elettrica e movimentazione in pista) può arrivare a superare i 3 euro e per una pista di un chilometro e 30 centimetri di neve in altezza, in condizioni climatiche medie (intorno ai meno cinque gradi) si possono spendere fino a 30 mila euro. Ma, se è vero che per far neve servono soldi, un altro elemento non deve mancare: l'acqua. Lo scorso febbraio, nel bel mezzo di una stagione avara di precipitazioni, ma tamponata appunto dai cannoni, Pasinetti ha dovuto fermare la stazione del Monte Pora. Chiusura per mancanza di neve? No, di acqua. «No acqua, no neve artificiale, no sciatori, no money»: un'equazione a cascata semplicissima che ha inciso non poco nello sbilancio finale della stagione, con un doloroso -45% e i passaggi scesi da quasi un milione a meno di cinquecentomila. Esaurite le scorte del bacino imbrifero di proprietà della Irta, la società che gestisce gli impianti di risalita ? un invaso di circa 12 mila metri cubi al Pian del Termen ?, l'acqua per l'innevamento delle piste (l'impianto copre circa il 50% del demanio sciabile della stazione) era stata prelevata dalla rete idrica, al costo di mercato di 63 centesimi al metro cubo. Ma il rischio, data la scarsità delle riserve e delle precipitazioni, di far rimanere a secco le normali attività civiche ha imposto alla stessa Irta un primo stop. A questo ne è seguito un altro, di tipo amministrativo: quello con cui la giunta comunale di Castione ha bloccato, a marzo, la realizzazione di un nuovo bacino artificiale che avrebbe dovuto rinforzare la dotazione idrica della stazione sciistica e garantire acqua anche in caso di incendio in paese. Un progetto avanzato (con due interventi, il bacino in località Malga e il relativo sistema di pompaggio, per un importo di 835 mila euro) su cui l'amministrazione guidata dal sindaco Mauro Pezzoli ha fatto valere una particolare clausola, prevista dalla convenzione siglata con la società immobiliare Cabrini (coinvolta nella trasformazione dell'ex colonia). I 235 mila euro garantiti per la realizzazione dell'opera (gli altri 600 mila sarebbero, invece, stati messi a disposizione dalla stessa Irta) sono stati monetizzati dal Comune. «A quel punto ci siamo preoccupati per un progetto che non solo andrà per le lunghe, quando si farà ? sottolinea Pasinetti ? ma che non ci avrebbe tutelato dal rischio imminente di un altro inverno secco».La soluzione è stata trovata a Rogno, paese nel quale la Irta ha terreni di proprietà e sui quali realizzerà un bacino di 20 mila metri cubi, che dovrebbe mettere per sempre la parola fine su patemi di approvvigionamento idrico. Anche in questo caso il futuro è d'obbligo perché i tempi burocratici non si sono rivelati meno imprevedibili di quelli meterologici: per il perfezionamento della pratica, che prevede l'approvazione di variante del Pgt, si arriverà a novembre, stagione poco adatta ai lavori edili che verranno rimandati, quindi, alla prossima primavera. A quel punto, l'inverno avrà già fatto il suo corso. «Speriamo benigno», conclude Pasinetti che nel frattempo ha già messo in pista, è il caso di dirlo, altri «accorgimenti» che dovrebbero portare ad un minor consumo di neve artificiale, in particolare il livellamento del fondo: «Meno buche e irregolarità ci saranno, meno neve servirà a coprirle». 
Donatella Tiraboschi


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